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Juri Lertora
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Gennaio 12, 2021
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Pontremolese, lo sfogo del direttore generale Lecchini

Luca Lecchini, direttore generale della Pontremolese, con un lungo post pubblicato sulla pagina Facebook della storica società lunigianese ha voluto spiegare le motivazioni che hanno spinto la società del presidente Aprili ha continuare la sospensione delle proprie attività. Ecco lo sfogo del dirigente:
“Fino ad oggi sono stato in rigoroso silenzio, aspettando come tutti la tanto attesa notizia della fine di questo periodo infernale. E di conseguenza la possibilità di tornare alla normalità, alla nostra vita. Fa male non essere liberi, non poter uscire, stare con gli amici o con i parenti, vedere mio figlio di 10 anni vincolato in casa. Come responsabile di una società sportiva ancora di più, perché non poter vedere e non poter permettere a tutti i nostri bambini e le bambine di fare sport e attività motoria sta diventando veramente dura. Solo chi mi conosce sa i sacrifici che abbiamo fatto per creare questa nostra splendida realtà. Certo, noi saremo pronti a ripartire anche oggi, abbiamo fatto investimenti importanti per rendere sicure le attività, il Comune di Pontremoli ha realizzato e può vantare oggi un impianto sportivo come il Lunezia tra i più a norma/bello/importante/adeguato di tutta la Regione e non solo, ma nonostante questo, abbiamo deciso, per senso di responsabilità, di non riprendere le attività.
Perché: La situazione è delicata, non ci sono regole chiare, non si possono usare gli spogliatoi, le temperature sono rigide, non si sa se la federazione farà riprendere le attività, non si sa se riprenderanno e si concluderanno i campionati, il Presidente Mangini ha ribadito che la Federazione ritiene che per ripartire in sicurezza occorre come minimo poter utilizzare gli spogliatoi.
Già in Italia non siamo portati per rispettare le regole, figuriamoci quando c’è confusione...
Ora, al di là delle mie considerazioni personali, non giudico e non condanno le società che con coraggio hanno ripreso le attività, facendo svolgere allenamenti individuali, rispettando le distanze e i protocolli di sicurezza e soprattutto senza fare utilizzare gli spogliatoi.
Ma condanno e mi incazzo, se è vero, quando vengo a sapere che qualcuno fa il furbo e non rispetta le regole, a discapito di tutti.
Ragazzi che usano spogliatoi, che fanno le docce, che fanno partitelle, allenamenti non individuali. Di impianti non sanificati e non a norma. Di non rispetto delle distanze di sicurezza.
Secondo voi è possibile? E se fosse vero sarebbe giusto? Di chi è la responsabilità?
Una mancanza di RISPETTO non solo alle società che hanno deciso con difficoltà di rispettare le regole, ma per tutta la comunità. In gioco c’è la salute e la vita di tutti. Non un pallone.
Se chi di dovere non controlla e non da delle regole precise da rispettare non usciremo da questa situazione.  Ci sarà sempre qualcuno che farà quel cavolo che vuole !!!
Se non ci aiutiamo e remiamo tutti dalla stessa parte difficilmente potremo tornare alla normalità. Non solo nel calcio."
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Scritto Da: Juri Lertora

Ho collaborato con il Notiziario del Calcio, Il Secolo XIX, La Nazione, Piccolo di Trieste e Corriere dello Sport edizione romana. Da poco collabora con calciospezia.it
Non mi piace solo il calcio, amo lo sport in generale e motociclismo e basket completano le mie passioni sportive.

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