“Premesso che da sempre la Santerenzina è in prima linea contro il razzismo e il sessismo, riguardo i fatti in oggetto faccio presente che ero presente alla gara e per una strana coincidenza era presente tutto il consiglio direttivo e i dirigenti del settore giovanile perché in quell'occasione era previsto un incontro per i programmi societari del futuro” Esordisce così Francesco Pardini, presidente della Santerenzina, che il giorno dopo il caso scoppiato per le frasi sessiste rivolte dal tecnico della formazione Under 14 (LEGGI QUI) è sceso in campo per difendere la propria società e il proprio tecnico.
Il club verde inoltre è stato anche multato e anche in questo caso il presidente vuole fare chiarezza: “Nessuno dei presenti ha udito e visto nulla, i genitori presenti esterrefatti si sono offerti di fare una colletta per pagare la sanzione e dal rapporto di gara non si evince alcun provvedimento disciplinare nei confronti dei giocatori della Santerenzina, pertanto le accuse di insulti da parte del pubblico e dei giocatori non trovano riscontro”.
L’attenzione del numero Presidente Pardini si sposta sulla pesante squalifica inferta al proprio tecnico, quest’ultimo reo di aver offeso con frasi sessiste l’arbitro donna: “Per quanto riguarda l'allontanamento dell'allenatore, lo abbiamo visto entrare 2 o 3 metri all'interno del campo da gioco, discutere con l'arbitro e quindi allontanarsi senza particolari proteste. Ho chiesto all'allenatore cosa avesse rivolto all'arbitro e lui mi detto queste testuali parole: " ti rendi conto che in tutta la partita non hai fischiato un fallo o un fuorigioco, lavoro tutta la settimana per queste cose e tu mi rovini tutto, cerca di studiare meglio ". Al termine della partita l'allenatore ha chiesto scusa per l'espulsione e il suo atteggiamento e si sono dati la mano, senza che fosse presente il tutor”.
Il presidente è un fiume in piena: “A me questi non sembrano epiteti sessisti e rimangono stupito dalla severità della pena, presumendo probabilmente il giudice abbia mal interpretato il rapporto arbitrale. Oltre alla lunga squalifica all'allenatore, soprattutto resto sorpreso dal precludere una partita di ragazzi a genitori e amici. Pretendo un incontro chiarificatore fra l'arbitro e il nostro allenatore, onde tutelare il buon nome della nostra società e del nostro allenatore. Faccio veramente fatica a comprendere quanto accaduto essendo stato presente con gli altri dirigenti ai fatti e approfitto di questa occasione per instaurare un diverso rapporto con la classe arbitrale”.